Agorà

Padre Benedetto Scarfi

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Padre Benedetto Scarfi

 

Un pellegrino inquieto si trovò a percorrere le strade del monte Athos e non comprendendo appieno quale fosse la propria vocazione, ebbe a chiedere ad un monaco anziano un suggerimento, un’indicazione su quali testi poter consultare per approfondire, per confermarsi nelle scelte.
L’anziano sorrise: «Figlio mio, il problema non è quale libro sia necessario leggere, ma trovare dentro te la capacità di dimenticare tutto quel che hai letto sino ad ora per far spazio al nostro Signore».
Questa dovrebbe essere la missione di un monaco, dimenticare e costruire.
Dimenticare tutto quel che ci siamo trovati addosso, soggetti di condizionamenti e pressioni e dedicarsi alla costruzione di una vita nuova, ispirata a principi che “non sono di questo mondo”.
Vivendo in un monastero, la quotidianità ci spinge a considerare la presenza concreta della preghiera quale potente acceleratore di consapevolezza.
Questo è l’obiettivo che mi pongo insieme a voi, condividere la consapevolezza di essere immersi, per il solo e semplice fatto di esser vivi, nell’opera perfetta del Creatore, esplorando tutte quelle risorse umane, fatte di immagini, pensieri, scritti e testimonianze, che attraverso i secoli hanno reso fruibile il messaggio rivoluzionario del Cristianesimo.
In questa potente opera di sedizione, operata contro una realtà sempre più scristianizzata, materialmente laica, contro la programmatica disattenzione alla bellezza che nell’epoca della sovra informazione sembra trionfare, ho trovato un robusto punto di resistenza e di naturale contatto con Academy for Christian Art.

 

Raccontare la nostra identità culturale e religiosa ci rende più forti e maggiormente disponibili ad incontrare: «Quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui: non come una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quello che deriva dalla fede in Cristo» (Fil 3, 7-9).
Di quanto accada al cuore umano, quando incontra il mistero di Dio, poco o tanto, a noi rimane imperscrutabile, credo che il dovere di un monaco sia quello di rispondere affermativamente a una chiamata di dialogo e per questo cerchiamo di riempire il nostro silenzio con la narrazione di ciò che sentiamo appartenerci.

 

Padre Benedetto dal Monastero di Visoki Dečani
Kosovo e Metohija