Agorà

Silvia Battistini

Silvia Battistini

 

La disciplina di studi da me scelta 30 anni fa è la storia dell’arte, una materia complessa e articolata, in cui entrambe le parole che costituiscono la locuzione sono fondamentali.

Nell’intrecciarsi di questi due sostantivi confluiscono tanti saperi, perché ciò che nei secoli l’uomo ha prodotto con una valenza estetica è prima di tutto il frutto di contesti storici e culturali, di tradizioni, di valori, di credenze e aspirazioni. In un’opera d’arte si rispecchia il sentire condiviso di una comunità e un patrimonio di conoscenze, che sono il bacino a cui l’artista attinge per conferire unicità al proprio lavoro.

 

Nella convinzione che la genialità non nasca dal nulla, ma si nutra di ammaestramenti, nuovi stimoli e confronti con l’esterno, cerco di leggere le opere d’arte non solo applicando le categorie di metodo e di pensiero del presente, ma provando a ricostruirne la storia a ritroso, per capire perché e dove sono state realizzate e, ancora prima, commissionate: cercare di ritrovare il più possibile lo sguardo con cui venivano viste e percepite al tempo della loro creazione, le rende a loro volta strumenti imprescindibili di comprensione del passato, testimoni fedeli di ciò che ha affascinato o spaventato l’uomo nelle diverse epoche.

 

Lavorare in museo mi ha anche insegnato a individuare percorsi per raccontare le tante storie delle opere che vi sono ospitate e ribadirne l’attualità: perché in museo certo si incontrano la bellezza e la storia del pensiero, ma anche le proprie emozioni e quindi se stessi. E’ un luogo di rinnovamento.

 

Sono anche profondamente convinta che per comporre questo mosaico si debba avere una conoscenza diretta dell’oggetto artistico, per comprendere le abilità artigianali necessarie per la sua fattura e scoprire come anche per questi aspetti materiali vi fosse molta più trasversalità di quanto si possa pensare oggi.

Le Storie dell’Arte che vi vorrei raccontare nell’Academy for Christian Art sembreranno talvolta narrare piccoli mondi, ma sono strumenti per vedere attraverso ciò che normalmente si guarda.

 

Silvia Battistini