La Mano di Dio

Questa icona è una sorta di risposta a ciò che ho vissuto in Siria per quasi sei anni e mezzo: un periodo di perdita di persone che amavamo, di coloro che sono emigrati, sono stati rapiti, imprigionati o morti. Un tempo in cui fu difficile convivere con tutte le perdite nei nostri cuori e nelle nostre terre. Un tempo ricco di dolore, per tutti coloro che il nostro paese ha perso, qualunque fosse il loro nome, religione, affiliazione, ruolo nella vita, che li abbia incontrati personalmente, per caso o visti in televisione.

Ogni perdita mi ha fatto perdere una parte di me stessa, ha richiesto un periodo di riparazione, che sovente fu seguito da una nuova perdita e un’ulteriore elaborazione del dolore. Ho affrontato questo periodo con cautela e pazienza, come ho imparato a fare restaurando icone e affreschi, durante i miei 29 anni di lavori di restauro. Il restauro ha segnato il mio carattere e forgiato la mia personalità, non è un lavoro banale.

La mia passione per l’arte non si limita al restauro delle icone. A volte ho sentito davvero il bisogno di disegnare un’icona per esprimere il mio conflitto interiore e trovare una risposta. Desideravo calmarmi, meditare e che questo potesse aiutarmi personalmente. Appena steso l’ultimo strato di colore, pensavo a una nuova intera icona per trasmettere il mio messaggio attraverso l’arte.

Mi ha fatto molto male il fatto che ci stessimo uccidendo a vicenda di fronte a tutto il mondo… e senza reazione! Sono stanca della morte e so benissimo che molte persone nel mondo lo sono. La cosa peggiore, che mi fa sempre più male, è che questa divisione accade nello stesso paese e sullo stesso terreno tra due parti opposte. Sfortunatamente per la maggior parte delle persone colpite questa perdita e questo dolore sono sacri. Il dolore del campo avversario non si sente e alcuni salutano la morte dell’altro come se la ritenessero meritata, e dimenticano o fingono di dimenticare che questa persona scomparsa era molto cara alla propria famiglia, ai suoi amici, alla sua piccola cerchia sociale, anche alla società nel suo insieme.

Al cuore di questi eventi, mi abitava una domanda, quella ripetuta dalla maggior parte delle persone di ogni appartenenza: “Dov’è Dio?”. Secondo la mia umile esperienza con Dio e il mio rapporto con Lui – durante i quali avevo sperimentato la Sua presenza con me, soprattutto nei periodi di crisi –, ho provato tristezza verso Dio, che deve portare la responsabilità delle nostre azioni, per la grande grazia che ci ha dato: la “libertà” di scegliere.

Ho voluto quindi rispondere a questa importante domanda, che può essere per noi la porta d’ingresso verso la vita migliore che cerchiamo. La mia risposta è la mia gratitudine a Dio che ci ama tutti. Desideravo dirlo ad alta voce per raggiungere quante più persone possibile che aspettano la Sua misericordia. Questa risposta allevierebbe le loro preoccupazioni. È difficile anche provare la sensazione spirituale di essere soli. “Lui è con noi”, soffre ancor più di tutti noi in queste terribili circostanze.

La mia risposta è espressa in questa icona, dove vediamo la mano di Dio scendere dal cielo per rassicurare coloro che rimangono sulla terra. Proclama la Sua cura e protezione verso tutti i cari morti durante questa difficile guerra senza distinzione né appartenenza: uomini, donne, giovani, vecchi, senza distinzione di età, sesso o colore della pelle. La mano di Dio è di colore bruno, composta da un mélange di tutti i colori. Contiene tutti gli uomini, chiunque essi siano. Alcuni poggiano l’uno sulle spalle dell’altro, confortandosi a vicenda. Indossano tutti abiti bianchi, perché non c’è differenza tra poveri e ricchi davanti a Dio. Se questo colore indica qualcosa, è la purezza delle loro anime, perché sono unite e uguali, a loro agio nella mano che le assembla e le lega fortemente alla amorevolezza dell’Unico Padre di tutti.

Ho voluto dipingere la Mano di Dio, imponente, al centro del cielo. Questa mano benedicente, che di solito vediamo uscire e scendere dal cielo in alto nelle icone, sceglie oggi di apparire in un modo diverso! È grande, dolce al tatto nei suoi rapporti con gli esseri che accoglie, fedele a tutti senza eccezioni.

È il Dio che abbiamo conosciuto attraverso le Sacre Scritture, che è felice di incontrarci e di confortarci con la Sua presenza nelle nostre gioie e nei nostri dolori, che ci fa sentire che si prende cura di noi anche attraverso i nostri cari, come ci ha promesso. Questi semplici fiori bianchi che adornano il contorno dell’icona sono il simbolo della Risurrezione di tutti grazie alla forza di Cristo risorto dai morti.

Ci auguriamo che la sua misericordia si estenda sempre di più a tutti coloro che rimangono su questa terra. Dio è presente con noi e pronto a fare tutto il bene possibile per noi. Non saremmo al suo fianco se non cogliessimo la libertà che ci ha concesso sin dalla creazione di ciascuno, per indirizzarla verso il bene di tutti i popoli, per diventare agenti di pace nel cuore della sventura e dell’umiliazione in un Paese sfinito dalla guerra, che continua ancora oggi.

Sì, questa icona fornisce una risposta alla domanda: “Dov’è Dio?” e dove sono i nostri cari scomparsi? Quando vediamo il Suo amore per tutti, ci pacifichiamo perché sono riuniti nella pace del Signore. Possa questa scena rafforzare e incoraggiare il nostro desiderio di pace terrena per la salvezza di tutti.

Nada Sarkis