Yuki no Santa Maria (Nostra Signora delle Nevi)

Guazzo giapponese su carta, Museo dei 26 Martiri, Nagasaki

È un piccolo frammento di un’opera dipinta da un artista giapponese formatosi nella scuola d’arte fondata dai gesuiti a Nagasaki alla fine del XVI secolo. Quest’opera fu scoperta negli anni ‘60 da una famiglia di discendenti di cristiani nella regione di Nagasaki. Ciò che resta del dipinto è stato montato in kakejiku: incollato su un pezzo di carta più lungo che largo in modo, che possa essere arrotolato e srotolato per l’utilizzo. Chiaramente danneggiato dal tempo, fu riparato con i mezzi a disposizione. La Vergine, mani giunte, il viso leggermente inclinato, ha le palpebre abbassate. L’oggetto della sua contemplazione non può che essere suo Figlio.

Un manoscritto scritto a Nagasaki all’inizio degli anni ’90, conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, ha un’incisione molto simile a questo dipinto. La Vergine incoronata, a mani giunte, inclina il volto circondato da una doppia aureola verso un Gesù Bambino che dorme pacificamente su un cuscino. La disposizione è identica. Vi è solo una differenza: in questa incisione la Vergine sotto la corona indossa un velo che è scomparso nella pittura giapponese, nella quale il pittore raffigura invece dei bei capelli mossi sulle spalle della Vergine, acconciatura tipica delle donne giapponesi dell’epoca. Un piccolo dettaglio attira l’attenzione e può essere un ulteriore indizio del rapporto tra le due opere: in entrambi i casi, sulla guancia sinistra della Vergine, vi è un neo!

I gesuiti distribuirono ampiamente dipinti e incisioni tra i convertiti. Tuttavia, i dipinti erano destinati principalmente a ornare le chiese o erano offerti ai guerrieri. Il popolo riceveva incisioni, non dipinti. L’opera in oggetto fu trovata da una famiglia di “cristiani nascosti”: si designano così i discendenti di cristiani che dal XIX secolo rifiutarono ogni contatto con la Chiesa, poiché si erano evoluti in un’altra forma di vita religiosa che combina buddismo e shintoismo con vestigia del cattolicesimo del XVI secolo. Probabilmente un antenato di questa famiglia era stato un influente cristiano, forse un leader di una confraternita, a cui i missionari avevano affidato il dipinto in seguito alla chiusura delle chiese nel 1614. Questo dipinto è un esempio della cura con cui i cristiani giapponesi trasmisero tutto ciò che riguardava la prima evangelizzazione. Il dipinto appare brevemente nel film Silence di Martin Scorcese.

Sylvie Morishita