Le rovine della chiesa di San Paolo a Macao

Macao fu territorio portoghese dal 1555 al 1999, anno nel quale fu restituita alla Cina. Questa penisola, situata a un’ora di ferry da Hong Kong, fu un importante scalo commerciale da cui i Portoghesi intrapresero commerci molto redditizi tra Cina e Giappone.

Fino alla chiusura del Giappone nel 1640, Macao fu anche il fulcro delle attività missionarie dei Gesuiti verso Cina e Giappone. Tutti i missionari di questi due paesi risiedevano temporaneamente a Macao. Alla fine del XVI secolo i Gesuiti, sotto la guida dell’energico Alessandro Valignano, vi costruirono un complesso che comprendeva un collegio e un’imponente chiesa. Nel 1835 un incendio distrusse l’insieme del quale rimangono solo delle rovine.

I turisti che salgono i gradini che portano a ciò che resta della chiesa intravedono le fondamenta del collegio e la statua di Matteo Ricci. Ma nulla che possa ricordare la figura di Alessandro Valignano. L’aura di Matteo Ricci eclissò quella di Valignano. Nonostante il fatto che questi fu l’organizzatore delle missioni dei Gesuiti in Cina e in Giappone, grazie alla sua funzione di visitatore delle Indie. Concepì il collegio di Macao come un centro di formazione di alto livello che avrebbe riunito i Gesuiti europei, cinesi e giapponesi. Le rovine della facciata della chiesa di San Paolo sono tutto ciò che resta della sua autorevole visione.

Questa facciata barocca, composta da cinque livelli, incorpora motivi decorativi europei e orientali, sacri e profani. Il livello inferiore ha tre porte incorniciate da pilastri. La porta centrale è sormontata dall’iscrizione latina Mater Dei. La chiesa, infatti, era originariamente dedicata alla Madre di Dio. Le altre due porte sono sormontate dall’emblema IHS, caratteristico dei Gesuiti. Al secondo livello, ai lati delle finestre vuote delle nicchie, si trovano le statue di quattro santi gesuiti: Francesco Saverio, Ignazio di Loyola, Luigi Gonzaga, Francesco Borgia. Le finestre sono circondate da motivi vegetali locali e sormontate dal crisantemo giapponese. Artisti giapponesi, formati alla scuola d’arte fondata a Nagasaki dai Gesuiti e rifugiati a Macao dopo che il cristianesimo fu bandito nel loro paese nel 1614, avevano contribuito alla decorazione della chiesa.

Il terzo livello è quello che offre il mélange più sorprendente di modelli. La nicchia centrale ospita la statua della Vergine Maria circondata da angeli musicanti. Il ruolo della Vergine Maria nella lotta al male è evocato dal motivo occidentale dell’idra a sette teste e da quello orientale del drago. È a questo livello architettonico che gli artisti hanno scolpito nella pietra la grande caracca portoghese, fonte di ricchezza per la colonia. In contrappunto hanno anche raffigurato le ossa di un cadavere, promemoria del destino umano e monito a preoccuparsi della propria salvezza. Il quarto livello presenta ancora una statua della Vergine Maria circondata dagli strumenti della Passione e le statue di Pietro e Paolo. Al quinto livello la colomba dello Spirito Santo con le ali spiegate è circondata dalle stelle, dal sole e dalla luna.

Macao, oggi una delle capitali mondiali del gioco d’azzardo, offre ai visitatori alcuni ricordi del commercio portoghese e delle imprese missionarie in Asia nel XVI secolo.

Sylvie Morishita